Partiamo subito da un presupposto fondamentale: i bambini appendono il linguaggio in maniera inconscia. Noam Chomsky, un importante scienziato cognitivista, ha sviluppato una delle più importanti teorie che descrivono l’apprendimento del linguaggio nei bambini. La teoria del linguaggio universale, ci svela la presenza di un patrimonio innato che permette ai bambini di parlare, senza che vi sia un “addestramento” da parte dei genitori o di chiunque altro.
Alla luce di questo, cosa è utile per facilitare e promuovere lo sviluppo del linguaggio nei bambini? In generale, si può dire che è utile esporre i piccoli alla lingua, favorire la relazione con altri bambini, esporli ad ambienti dove il linguaggio è fortemente presente, parlando con loro e in tanti altri modi che vedremo nell’articolo.
Ci tengo a sottolineare che non è affatto efficace cercare di insegnare ai bambini a parlare in maniera accademica, facendogli ripetere parole all’infinito, nella speranza che loro le riproducano.
Parlare è molto di più
È importante capire che il linguaggio è una funzione complessa e che parlare non vuol dire solo mettere insieme una serie di parole dopo l’altra.
Il linguaggio è formato sia da espressioni verbali che non verbali, è la capacità di esprimere concetti, pensieri e significati.
A tal proposito mi è piaciuto molto l’esempio di questo articolo, che spiega il linguaggio attraverso la metafora di un alieno che scende sulla terra e rimane colpito dalla nostra abilità speciale.
Un’abilità difficile da descrivere, perché appunto non è così semplice e lineare come potrebbe sembrare.
Quando i bambini sembrano non volerne sapere di parlare
Quando i bambini si avvicinano all’età dei due anni e dicono solo poche parole o parlano un linguaggio incomprensibile, molte mamme vanno nel pallone. Giustamente tutto questo fa paura e bisogna sempre fare attenzione ai segnali di un possibile ritardo di sviluppo.
Io ritengo però che non bisogna nemmeno essere allarmiste e che sia meglio evitare di mettere delle etichette ai nostri figli con troppa facilità. Un parere professionale in più, primo di tutti quello del pediatra di famiglia, fa sempre comodo in questi casi, ed è la scelta migliore.
Non è mia competenza entrare troppo nello specifico dei ritardi del linguaggio. Posso invece darvi informazioni utili su cosa possiamo fare noi mamme per stimolare il linguaggio nei bambini.
#1 La motivazione è il motore dell’apprendimento
Vale per tutti, specialmente per i più piccoli. Sembra banale, ma non lo è, la motivazione è ciò che ci muove, ciò che ci permette di imparare dalle esperienze.
Ma cosa vuol dire motivare un bambino piccolo? Quando la preoccupazione ci assale, può risultare istintivo riempire i bambini di stimoli in maniera passiva. Per esempio: se il bambino parla poco o male, il primo impulso è facilmente quello di nominare tutto ciò che ha intorno e chiedergli di ripeterlo. Questo metodo non funziona molto, anzi, potrebbe peggiorare la situazione. In questo caso, non è la motivazione interna del bambino a guidare l’apprendimento, il quale può sentirsi un po’ pressato da tutti questi stimoli. Se insistiamo troppo si scoccia e potrebbe rifiutarsi di provare.
Cosa spinge allora un bambino a voler parlare?
La risposta è dipende. Ovviamente ognuno ha i suoi perché e sta a noi saperli leggere e rinforzare. Possiamo però riflettere sulle motivazioni principali, che in genere guidano lo sviluppo dei bambini.
Una cosa che li spinge a parlare è ad esempio il confronto con altri bambini più grandi di loro. I fratelli maggiori danno sempre una forte spinta motivazionale ai più piccoli 🙂 Del resto lo sappiamo che a loro piace imitarsi: quello che fa uno, lo deve fare anche l’altro.
Esprimere sentimenti e farsi comprendere
Sicuramente attraverso il linguaggio i bambini possono farci capire i loro bisogni e le loro emozioni in maniera più efficace. Sarà un caso che una delle prime parole che tutti imparano è il “no”?
Da parte nostra, che siamo i genitori, possiamo aiutarli facendogli capire che siamo disposti ad ascoltarli. È sicuramente meno istintivo, poiché se i bambini parlano poco ci sembra un po’ strano comportarci come se stessimo dialogando. Eppure anche noi noi non ci impegneremmo a parlare con qualcuno, sapendo che potrebbe non volerci ascoltare. È ovvio che noi non vediamo l’ora di sentire le loro vocine, ma se loro non lo sanno, meglio farglielo capire bene.
Far felice la mamma
Uno dei motivi più forti per cui nostri figli si mettono in gioco per crescere è quello di renderci felici. Ammettiamolo, questa cosa ci rimane addosso per sempre. Per qualche motivo in ogni cosa che facciamo pensiamo sempre a rendere i nostri genitori orgogliosi di noi.
Motivare è soprattutto questo: dimostrargli che siamo fieri e felici delle loro conquiste. Battiamo le mani per ogni parola nuova che riescono a dire, emozioniamoci e meravigliamoci. Spinti dal nostro entusiasmo, faranno passi da gigante.
#2 Leggere con loro: il potere delle immagini
Le immagini non sono altro che un modo di raccontare delle storie, una forma di linguaggio quindi, più semplice ed immediata di quello verbale. Ecco perché un bel libro illustrato può aiutarci a stimolare il linguaggio dei bambini.
Se leggiamo per lui mentre guardiamo insieme le immagini del libro, gli mostreremo una serie infinita di associazioni tra immagine e significato.
Oltre ad imparare parole nuove, la nostra lettura può essere da stimolo anche per altre caratteristiche del linguaggio che diamo per scontate, ma che sono altrettanto importanti. La prosodia delle frasi, le pause, gli accenti, il tono della voce. In maniera inconscia noi adulti moduliamo tutto ciò a seconda di quello che vogliamo comunicare.
Tenendo sempre a mente il discorso della motivazione, è importante però che l’attività sia divertente e che nostro figlio abbia piacere a seguire la storia. Il tutto deve essere preso come un gioco e si deve creare un momento di scambio e condivisione che sia piacevole per entrambi. Se il bambino lo dovesse percepire come un compito da portare a termine potrebbe perdere la motivazione e l’interesse.
#3 Il gioco simbolico
Ecco che tocchiamo un argomento a me molto caro. Il gioco simbolico è sicuramente l’attività che più di tutte mette le basi per il linguaggio verbale. Ormai siamo più abituati a sentirne parlarne ma forse non ci viene così facile associare le attività simboliche ai bambini sotto i due anni, quando invece ci sono eccome e hanno un ruolo fondamentale.
“fare finta di …” è la definizione migliore di gioco simbolico. Ad un certo punto i nostri bambini iniziano ad imitare i grandi in maniera sempre più evoluta. Invece di concentrarsi sul gioco senso-motorio, quello in cui esplorano gli oggetti, i rumori, le forme, le luci ecc …, iniziano a preferire oggetti con un significato simbolico come le macchinine, le bambole, i peluches e molti altri.
Tutto ciò ha a che fare con la spinta evolutiva dei bambini e con la necessità di dare un significato alle cose. Si da il caso che il linguaggio è l’attività simbolica per eccellenza, motivo per cui è più facile apprenderlo grazie a questo tipo di gioco.
Meglio ancora se anche noi genitori prendiamo parte al gioco. In questo modo stimoliamo il bambino a comunicare con noi, all’interno di una cornice ludica.
#4 Canzoncine e filastrocche
Ancora una volta le canzoncine e le filastrocche sono sul piedistallo come attività migliori per i bambini sotto i tre anni di età. In questo caso, il ritmo, la musica e il divertimento di canticchiare una storia, piuttosto che narrarla, la rendono un’attività piacevole. I bambini sono furbi e intelligenti, vogliono fare le cose belle e divertenti, mica quelle noiose 🙂
Sviluppare il senso del ritmo, aiuta a decodificare e decifrare i suoni della lingua parlata. Questo lo possiamo facilmente riscontrare anche su noi stessi, quando vogliamo apprendere una lingua straniera.
La musica è emozione e l’emozione è apprendimento
L’apprendimento (di qualsiasi cosa) avviene principalmente attraverso i sensi. In questo caso è l’udito il senso più sollecitato, ma questo non basta a far sì che tutto ciò che sentiamo rimanga impresso nella nostra memoria.
Quando ciò che esploriamo attraverso i sensi ci scatena un’emozione, allora sì che facciamo fatica a dimenticare.
La musica è un veicolo forte di emozioni che ci legano alla storia che stiamo ascoltando. Sotto questa luce è più facile comprendere che se canticchiamo le filastrocche e le accompagniamo con i gesti possiamo dare un grande contributo allo sviluppo del linguaggio dei nostri bambini.
#5 Giocare con gli altri
Certo di questi tempi non è affatto facile, ma questo non vuol dire che non sia importante, anzi.
Ai bambini piace prendere esempio da chi è più simile a loro e più vicino per età. Provate ad immaginare che desiderate fare le ballerine ma attorno a voi ci sono solo dei professionisti. Probabilmente rinuncereste ancora prima di cominciare. Se invece incontraste anche persone che ballano a livello amatoriale? forse vi buttereste di più.
Lo stesso vale per loro e le mamme che hanno più figli lo sanno bene. I bambini più grandi, che già parlano, sono uno stimolo fortissimo per lo sviluppo del linguaggio.
Molto spesso i bambini piccoli passano tanto tempo con i nonni e i genitori, anche per motivi logistici e di gestione. È importante però cercare di favorire il gioco tra bambini perché non solo è utile per l’apprendimento del linguaggio, ma anche per tutto il resto.
E tu? Qual’è il tuo pensiero a riguardo? Quali sono le tue esperienze? I tuoi commenti sono importanti per migliorare il blog e, soprattutto per le altre mamme 🙂
Non mi serve essere mamma, ed infatti non lo sono, per essere da sempre affascinata dalla pedagogia. Ho sempre apprezzato e letto gli studi della Montessori e su tutto ciò che riguarda l’apprendimento infantile. In virtù di questo incappata nel tuo articolo l’ho letto davvero tutto d’un fiato. Amo questi argomenti ed in più tu li tratti egregiamente!